Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
pp. 56-57
Tutti erano partiti, ma a guardia del cavallo di Elias restavano due pastori ai quali la carovana, in cambio dei latticini ricevuti, aveva lasciato gli avanzi del banchetto. Elias li ringraziò e partì. Il suo cavallo volava, e il moto e il pensiero di raggiungere presto i compagni, dispersero l'impressione ardente e affannosa che il sogno gli aveva lasciato. Dopo quasi un'ora di corsa vide zio Portolu e zia Annedda, Pietro e Maddalena, fermi sui loro cavalli, sull'alto di una china. Lo aspettavano forse? Gli altri eran già lontani.
p. 56
Ma il piccolo Santo ascoltò la sua preghiera e gli diede il coraggio di allontanarsi e di coricarsi in riva all'acqua, sotto gli oleandri, solo: solo e forte contro la tentazione.
p. 56
Ah, egli si sentiva di nuovo smarrire; il caldo, il torpore di quel meriggio sereno, il vino, la presenza di Maddalena lo tormentavano aspramente. Ma il piccolo Santo ascoltò la sua preghiera e gli diede il coraggio di allontanarsi e di coricarsi in riva all'acqua, sotto gli oleandri, solo: solo e forte contro la tentazione.
p. 56
Nell'accampamento le donne chiacchieravano, prendendo il caffè e rimettendosi in ordine per la partenza: gli uomini cantavano o tiravano al bersaglio.
p. 57
- Che il diavolo ti percuota-, gridò zio Portolu, - dove ti sei indugiato? Dà il cavallo a tuo fratello, perché il suo s'è arenato.