Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 32
La chiesa di San Francesco sorge sulle montagne di Lula. La leggenda la dice edificata da un bandito che, stanco della sua vita errabonda, promise di sottomettersi alla giustizia e di far sorgere la chiesa se veniva assolto.
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La valle selvaggia dell'Isalle era coperta di erbe e di fiori; sul sentiero roccioso spiovevano, come grandi lampade accese, le ginestre d'oro giallo.
p. 33
Il fresco Orthobene, colorato del verde dei boschi, dell'oro delle ginestre, del rosso fiore del musco, si allontanava alle spalle dei viandanti, sullo sfondo perlato dell'orizzonte.
p. 33
Era una domenica, ai primi di maggio. Tutto era pronto entro le bisaccie di lana; e qua e là per le vie si vedeva qualche carro carico di attrezzi e provviste, coi buoi aggiogati per la partenza.
p. 33
Elias, con zia Annedda in groppa ad una mansueta cavalla balzana, era fra gli ultimi: un puledrino, figlio della cavalla, poco più grande d'un cane, li seguiva da vicino