Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 18
- Beviamo! Alla salute di tutti! E tu, moglie mia, femminuccia, non aver più paura di nulla: saremo come leoni, ora, non ci toccherà più neanche una mosca.
p. 18
- Non li vedi? - proseguì, rivolgendosi con adorazione verso i tre giovanotti. - Non li vedi, sei cieco? Tre colombi...
p. 18
E tosto cominciò a lodare anche la ragazza. Una rosa, un gioiello, una palma! Essa cuciva e filava, essa buona massaia, essa onesta, bella, buona, benestante.
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- Senti tuo padre che vi vanta, - disse il futuro cognato di Pietro. - Egli dice che siete dei colombi, e in verità che sei bianco come un colombo, Elias Portolu.
p. 19
Noi, per esempio, un giorno abbiamo bisogno d'una cosa, andiamo e rubiamo un bue e lo vendiamo; ci prendono, ci condannano, e quel bue non basta a pagare l'avvocato. Ma quelli là, quei grandi ladri, altro che! Pigliano dei milioni, li nascondono, e poi quando escono di prigione diventano ricchissimi, vanno in carrozza e si divertono.