Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 359
Ed egli, egli non aveva nessuno che lo confortasse, e neppure il vetturale portava per lui, dalle azzurre lontananze dell'orizzonte, un soffio di vita e di sogno...
p. 360
Anche nella stamberga rischiarata dalla luce rossa del crepuscolo, Jorgj e il dottore discutevano d'amore.
p. 360
Il suo amore di Dio, la gioia di ricongiungersi presto a Lui, erano davanti alle altre passioni come la stella fissa davanti a quei fuochi rapidi e vani. Eppure egli continuava a pensare a Jorgj, alla lettera che era come un piccolo brano dei mari lontani, dei lontani orizzonti del mondo, e come la stella sopra la torre della chiesa anche il suo amore di Dio impallidiva davanti all'amore per le cose del mondo...
p. 362
S'udivano i gridi dei bimbi, le voci delle donne che si giuravano amicizia stringendo i nodi del comparatico di San Giovanni; ed egli si rivide ragazzetto, poscia adolescente: rivide le valli inondate dal chiarore azzurro della luna, i sentieri gialli attraverso il bosco nero dell'altipiano e le greggie vaganti e il mare lontano...
p. 362
Rimasto solo Jorgj aprì la lettera attento a non far volar via neanche un pezzetto della busta: la luce moriva nella stamberga, ma a lui sembrava che le parole scritte sul foglietto azzurro scintillassero come stelle sul cielo della sera.