Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 354
Un giorno - era la vigilia di San Giovanni - gli lesse un fatto straordinario accaduto in una piccola città dell'Umbria. Una donna, madre di un unico figlio adorato, se lo era veduto morire all'improvviso, e il suo dolore era stato tale da abbatterla anche fisicamente.
p. 355
- Ci vuole la fede; se non si crede in Dio non si riesce in nulla, - ripeté la serva di zio Remundu, immobile, gialla e ieratica sullo sfondo nero della porta.
p. 356
D'un balzo fu di nuovo nella stamberga e vide che il suo padrone, immobile anche lui sul suo guanciale bianco, col pallido viso illuminato dal riflesso del tramonto,conservava la sua espressione sognante, mentre quei due, il prete e il medico,continuavano la loro discussione.
p. 356
Il dottore, tutto vestito di bianco, con un abito di tela pulito e stirato di recente (gli altri anni il medesimo vestito aveva sempre un colore di terra e di ruggine), dava forti pugni al giornale quasi volesse sfondarlo come una porta.
p. 357
- Ebbene, come andiamo, Jorgeddu? Ancora a letto? A quest'ora? Alzati, su, poltrone, stanotte è San Giovanni; andremo a coglier l'alloro per metterlo sui muri onde i ladri e le volpi non li possano saltare...