Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 345
E d'un tratto, mentre la voce del nonno risuonava furibonda fra il nitrir dei cavalli impazienti di ripartire, ella si piegò come per sedersi, tese le braccia in avanti e cadde distesa a bocca a terra ai piedi del suo sposo.
p. 345
Il viso di lei si fece azzurrognolo: i suoi occhi spalancati fissarono quelli del nonno.
- Avete sentito, babbu Corbu?
p. 346
E sognò un orribile sogno: Columba stesa sul carro nuziale, quello che trasportava le sue robe da Oronou a Tibi (le corna dei buoi erano coperte di foglie e di fiori come rami a primavera) Columba che ritornava verso il paese natìo, dopo il suo viaggio fatale, già stanca e muta ancor prima di esser giunta alla sua casa nuova: e lo sposo che, tolto dalla bisaccia e indossato di nuovo il suo vestito da vedovo, seguiva il carro nuziale trasformato in carro funebre...
p. 346
Il luogo tranquillo risuonò di grida; in un attimo tutti formarono un gruppo nero attorno a quel corpo che si abbandonava come morto sul terreno umido.
p. 347
Così i due antichi avversari rimasero soli, all'ombra della quercia, in faccia alla chiesetta che non aveva accolto la loro promessa di pace.