Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 322
Egli prese quella mano piccola, dura e bruna, che un tempo gli era parsa la mano di Rachele e la strinse nella sua umida e ardente; ma pensava alla mano piccola molle e bianca di Mariana, e Columba indovinava questo pensiero!
p. 323
Pretu dapprima credette che il padrone sognasse, ma poi sentì davvero un passo di cavallo nel viottolo.
- È zio Remundu che torna... Adesso vado ad ascoltare cosa gli dice Columba...
p. 323
Il vecchio cavallo del nonno ruminava l'erba, insensibile alle vicende dei suoi padroni.
p. 323
Nel silenzio, anche i cani e i galli tacevano, si sentiva la voce di Columba ma lontana, dal portico, e solo si distingueva qualche parola; a un tratto però la voce del nonno tonò in cucina, così forte che Pretu si scostò di là spaventato.
p. 323
Il vento era completamente cessato; nell'alba argentea come un chiaro di luna, un grillo cantava ancora; e quel zirlio tremulo dava a Pretu l'idea d'un filo che uscisse dalla bocca della bestiola, sottile come quello dei ragni, imperlato dalla rugiada.