Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 290
Si chiama donna Mariana; è bella, ma sembra un fungo bianco perché è bassotta ed ha il cappello grande come un canestro: anche le scarpe ha, bianche.
p. 291
Erano tutte e due scritte su foglietti giallognoli profumati alla violetta, con caratteri lunghi e angolari.
p. 291
La donna che doveva irradiare con la sua presenza la stamberga rappresentava per lui la civiltà lontana, la giustizia, la pietà, tutte le cose più grandi della vita.
p. 291
In quel momento, attraverso una specie di vapore che roteava attorno a lui come un velo spinto dal vento, gli sembrò di veder la porta aprirsi e l'orlo giallo della gonna di Columba apparire nella fissura; poi tutto sparve, egli credette ad
un'allucinazione e come gli avveniva sempre dopo un accesso di vertigine cadde in un sonno profondo.
p. 292
Dopo mezzogiorno, sebbene Pretu suonasse le sue leoneddas d'avena seduto all'ombra fuor della porta, e a quel ronzìo dolce monotono come il rumore di un piccolo zampillo anche le mosche s'addormentassero, egli non poté chiuder occhio.