Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 282
Ed ecco i tre se ne andarono tranquilli e in apparenza felici, i due uomini precedendo, la fidanzata seguendoli, mentre la voce dell'usciere gridava:
- Ohé, feminas, avanti...», - e le donne spingevano verso la sala delle udienze l'imponente vedova col rotolo in mano..
p. 282
Zuampredu Cannas e il nonno stavano fermi davanti a un tavolo verde: il Segretario seduto dall'altro lato sollevava di tanto in tanto dal suo registro il viso bruno barbuto che faceva contrasto col cranio nudo e bianco, e domandava qualche cosa.
p. 283
- Il mio padrone è un'aquila, mettetevelo bene in testa: anche quando sembra distratto è come l'aquila che ha le ali piegate e par che dorma, e invece pensa a spiccare il volo.
p. 283
Il giorno di Pasqua un servo di Zuampredu Cannas le portò a nome di questi un agnello vivo, un cestino di arancie e altri doni.
p. 283
Columba non rispose per paura che l'altra alzasse la voce e si facesse sentire da Zuampredu, ma la urtò guardandola con disprezzo: allora la serva rise di nuovo, mentre l'acqua si spandeva dai vasi di sughero ch'ella reggeva uno per mano e le bagnava l'orlo verde della gonna.