Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 256
- Peccati, peccati! - egli disse a voce alta scuotendosi tutto come un cavallo a cui dà noia la briglia e la sella. - Io peccati non ne ho, da scontare: quello che ho fatto lo so io perché l'ho fatto!
p. 256
Sputò con rabbia, poi si alzò e andò a guardare il cavallo che sonnecchiava ruminando il fieno coi denti malandati.
p. 256
Riempiendo d'erba la mangiatoia e sentendo sulla guancia l'alito caldo che usciva dalle narici del cavallo provò un senso di tenerezza.
p. 257
Se Columba si sposava e se ne andava, a lui non rimaneva che sonnecchiare anche camminando e ruminare i suoi pensieri come il vecchio cavallo ruminava l'erba...
p. 258
Egrave; come una pustola maligna, che dapprima sembrava una piccola puntura di spina di rosa e piano piano s'è incancrenita e non guarisce, sebbene curata con la pietra infernale...