Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
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L'avaro Aragonese non andò molto incominciò a restringere i suoi proferti favori e Guantino con suo immenso rammarico vide allora la cara patria di giorno in giorno precipitare nel duro giogo della tirannide straniera.... - Non v'era più tempo! - pure egli mosso dal pensiero di riparare il grave danno cagionato, troppo affidandosi alle sue forze e quelle dei suoi parenti ed amici – collegandosi coi Pala – altra potente famiglia sassarese – coi Doria, Malasopina, incitò i concittadini alla rivolta. - Fu vano ogni sforzo... le armi d'aragona prevalsero e i Capi rivoltosi furono banditi per sempre dalla patria. Sassari in quell'ultimo sussulto d'amore per la libertà, fu fatta serva d'Aragona!
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Il suo viso come che pallido e scarno, si era tinto bellamente di roseo.
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Elodia sembrava una rosa sbucciata.
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Iddio mi ha concesso tanta grazia che prima di morire possa ancora una volta ammirare l'azzurro cielo - la ridente natura - il tramontar del sole... - e si appressava ad un finestrone che dava nel giardino. I suoi occhi errarono fra quelle aiuole profumate, fra quei rosai floriti e i melearanci gemmati di candide perle.
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Il sole tramontava mestamente indorando la natura. Elodia volle contemplar lo spettacolo seduta sul grembo del fidanzato. Or vieni, mio giovin pittore, e ritrammi quel gruppo. - Guarda l'espressione appassionata di quel volto divenuto di porpora per l'ardente fiamma che lo consuma.