Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 206
- Jorgeddu verrà accettato, - diceva con la sua voce ambigua. - Non dubitate, verrà accettato; all'avvenire il Signore penserà.
p. 207
- Uccellino calzato, tu non avresti fatto questo; tu attraversi più facilmente il tuo letto che quello di un torrente straripato.
p. 207
- Le donne di quel tempo non avevan paura: non erano come la nostra agnellina che cade svenuta se un sorcio attraversa il portico.
p. 207
Giaceva disteso per terra su stuoie e sacchi, col viso violetto rivolto alla porta; e la matrigna coi capelli sciolti coperti di cenere, in mezzo a un cerchio nero di donne fra cui Banna, Columba e tutte le vicine di casa pallide e macabre come streghe, ululava intorno al cadavere, si batteva la testa alle pareti, si buttava per terra e urlava come un'ossessa.
p. 208
- E anche me lo domandi? Hai cacciato via dal tuo focolare le donne che piangevano tuo padre. Puoi vivere così solo tu, come il cinghiale nel salto, per cacciar via così i tuoi simili?