Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 173
- Non mi seccare. Be', e tu, come ti chiami, scarafaggio, prendi un po' il lume e vieni con me.
p. 174
Essi lo odiavano perché ai suoi tempi egli li aveva chiamati poltroni e superstiziosi, e adesso, se tentavano di entrare nella sua stamberga per curiosare, li cacciava via come cani.
p. 174
- Dàllo a me quel latte: non senti che tosse che ho? Lo farò bollire con la malva...
p. 174
- Dàllo a me quel latte: non senti che tosse che ho? Lo farò bollire con la malva... Il tuo padrone parla male del paese, ma i denari li accumula, la casa se l'ha fatta, le vacche le ha comprate, che una palla gli trapassi il garetto!
p. 174
Tutte le mattine Margherita la serva del dottore, un'adolescente alta e magra, dal viso olivastro e gli occhi nerissimi più grandi della piccola bocca rossa, portava al malato una bottiglia di latte.