Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 170
Tu sai cosa vuol dire vincere in questo paese: altro che Don Chisciotte ci vuole, ci vuole Napoleone.
p. 170
Da ragazzo andavo a caccia, e un giorno, gira e rigira, capitai da queste parti. Le pernici pareva sbucassero di sotto terra, e arrivai a contarne cinquanta in un solo stormo. Le lepri mi correvan tra le gambe come gatti.
p. 170
E rincorsi e chiamai il mio spiritello, come mia madre faceva coi suoi polli quando voleva strozzarli; giusto così feci anch'io col mio spiritello. Ed egli si dibatté, anche dopo strozzato; ah, come si dibatté! Esso camminava anche senza testa, giusto come i polli.
p. 170
Una leggenda afferma che questo paesetto fu fondato dal diavolo, che vi si rifugia ancora quando la tempesta lo sorprende a cacciare nella boscaglia comunale. Ah, ah, il diavolo cacciatore! Ti dico francamente che questa leggenda mi piacque; un giorno, dissi fra me: «chi l'ha inventata doveva essere uno del paese, dunque in questo paese v'è gente di spirito. Dunque; primo, gente di spirito; secondo, aria buona e fredda che ammazza i microbi e spaccia i malati e rende meno faticoso il mestiere del medico; terzo, caccia abbondante e probabilità d'incontrare il diavolo senza andare a teatro... Ecco il mondo!»
p. 171
- Quasi quasi canta meglio quella lassù, sul pagliaio.
- Chi, scarafaggio?
- Uno spirito... - disse Giorgio.