Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
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E vide che né il tozzo di pan nero.
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A colmo di sventura gli parve lo assalisse una caterva di spettri neri neri e delle atletiche forme – dalle corna, dagli occhi e dalle bocche infuocate – con in mani lunghi tridenti e roncigli, coi quali lo ghermissero e d'un volo lo trasportassero in luogo ove non e che luca. - Ivi è approntata una immensa vasca di pece bollente, ove lo Zanche scorge o gli sembrò scorgere a galla uomini, fra cui il suo amico Frate Gomiìta di Gallura. I demoni accoccano a questi, dei roncigli – lo sollevano in tutta la persona ed il misero frate allora dice all'amico: << Qui ti attendo, o fratello. >> E tutto finir lì la terribile scena – lo Giudice trovarsi sulla soglia della porta da lui tanto sospirata – salirne frettoloso la scaletta mentre chiama ansiosamente : - Bianca, Bianca!
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Fugge s'interna nella foresta vicina, ove l'ombra della notte non permette di tenergli dietro.
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Giunti alla sboccata, traversarono per lungo la piazzetta del Duomo e non si fermarono che a porta Utzeri.
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Il cielo fosco e minaccioso avvolgeva tutto il creato come in un immensurabile manto oscuro oscuro, ove guizzava talora il lampo sanguigno accompagnato dal terribile scroscio del tuono.