Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 151
- Oh, - gridò Agata, affacciandosi al muricciuolo, - buona notte alla Vossignoria. Che cosa fai lì al buio, pipistrello? Fa vedere il tuo bel viso.
p. 152
Era lei, la vecchia colomba messaggera, era lei che tornava portando fra le pure labbra, come un fiore di vita o di morte, la parola fatale.
p. 152
Davanti al forno il gattino aspetta ancora il passaggio del topo, e deve già sentire qualche rumore perché la sua coda freme: infatti, dopo un momento, Anania sente uno stridio, un piccolo grido di morte.
p. 152
- Fammi il piacere, Nania Atonzu, dimmi, chi a Nuoro può avere mille scudi in oro?
p. 153
- Abbiamo dunque concluso... Va via, gatto! - gridò zia Tatàna, tirando il lembo della tunica, sul quale il gattino s'era comodamente adagiato leccandosi i baffi con orribile soddisfazione.