Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 148
Per l'occasione ella ha indossato le sue vesti più belle; la tunica orlata da tre nastrini, - verde-bianco-verde - il corsetto di broccato verdolino, la cintura d'argento, il grembiule ricamato, la benda tinta con lo zafferano. E non ha dimenticato gli anelli, no; i grandi anelli preistorici, ornati di cammei, di pietre gialle e verdi, di cornìole incise. Così, grave e adorna, simile ad una vecchia madonna, ella si avanza lentamente, salutando con solenne compostezza le persone che incontra. Cade la sera; l'ora sacra a queste gravi missioni d'amore.
p. 148
E non ha dimenticato gli anelli, no; i grandi anelli preistorici, ornati di cammei, di pietre gialle e verdi, di cornìole incise.
p. 148
Le stelle scaturivano, scintille d'oro, fra la cenere azzurrognola del caldo crepuscolo.
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- E dire che voleva diventare un bandito! Sarei curioso di vederlo! Lo vedrò. Entro questo mese mi recherò certamente a Fonni.
p. 149
La vecchia colomba è nello studio semplice e ordinato del signor Carboni. Ecco, quella è la scrivania dove una sera lo studente ha frugato e... Oh, Dio, è mai possibile che egli abbia commesso una così vile azione? Sì, quando si è ragazzi non sì è coscienti; tutto è facile, tutto è possibile.