Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 100
L'arrivo della prima lettera di Margherita accrebbe la sua gioia di vivere: era una lettera semplice e tenera, scritta su un gran foglio bianco, con caratteri rotondi, quasi maschili.
p. 100
Veramente Anania si aspettava una letterina azzurra, con un fiore dentro; e sul principio gli parve che Margherita volesse fargli sentire la sua superiorità e volesse dominarlo; ma poi, dalle espressioni semplici e affettuose della fanciulla, che pareva continuasse con quella lettera una lunga e ininterrotta corrispondenza, s'accorse che ella lo amava sinceramente, con ingenuità e con forza, e ne provò una dolcezza inesprimibile.
p. 101
Mentre scrivo sento le rane gracidare ancora negli orti lontani, e vedo la luna salire come un volto d'alabastro sul cielo verdognolo del crepuscolo tiepido.
p. 101
La luna seminava il viale di monete e disegni argentei; s'udivano ancora le rane e i canti dei pescatori; tutto era dolcezza, ma arrivato davanti alla sua casa, Anania udì grida, urli, strilli di donne, e voci d'uomini che pronunziavano parole infami: si volse e vide, davanti alle casette rosee che si scorgevano dal suo balcone, un gruppo di persone accapigliate.
p. 102
Davanti al giardino un grosso uomo vestito di velluto nero, immobile alla luna, si godeva la scena con aria quasi beata.