Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 93
- Andrò fra poco, dopo mangiato. Ma appena mangiato uscì nel cortile e si sdraiò soprauna stuoia, sotto il sambuco.
pp. 93-94
Ecco, egli rivede il paesaggio melanconico vigilato dai pini sonori, dove suo padre ara la terra per seminare il frumento del padrone. I pini hanno un rombo che pare la voce del mare; il cielo è profondamente e tristemente azzurro. Anania ricorda due versi... «I suoi occhi sono azzurri, vuoti e profondi come il cielo.» Gli occhi di Margherita? No; egli offende Margherita pensando così; ma intanto è felice di ripetere versi così originali... «I suoi occhi sono azzurri, profondi e vuoti come il cielo.»
p. 93
L'aria era tiepida; attraverso i rami Anania vedeva grandi nuvole bianche passare sul cielo turchino; egli guardava e sentiva una dolcezza infinita calare da quelle nuvole; pareva una pioggia di latte tiepido.
p. 94
Chi passa dietro il pino? Il portalettere dai baffi rossi: una cornacchia, con le ali aperte, batte forte il becco sulla fronte del povero uomo.
p. 94
Dun, dun, dun! Margherita corre ad aprire, prende la lettera rosea a fili verdi, e comincia a volare.