Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 88
Che avrebbe egli veduto dalla finestra della cameretta che l'aspettava a Cagliari?
p. 88
Entrò nella sua cameretta e cominciò a riporre in una piccola valigia i libri e gli oggetti più cari; e di tanto in tanto volgeva gli occhi alla finestra aperta, nel cui sfondo si scorgeva un lembo di cielo autunnale che pareva una tela graziosamente dipinta: una pianura bianchiccia con un laghetto azzurro.
p. 88
Il mare vero, le lontananze infinite dell'acqua azzurra sotto le infinite lontananze del cielo azzurro? Tutto quell'azzurro, veduto e desiderato, lo rasserenò: si pentì d'aver contristato zia Tatàna, ma che poteva farci?
p. 89
- E, dimmi, - riprese, fissando una pagina del catalogo, - cosa vuol dire mobili al-la-Lui-gi-de-ci-mo-quin-to?
- Era un re... - cominciò Anania. - Questo lo so, - rispose vivacemente Maestro Pane, con un malizioso sorriso sulla gran bocca sdentata, - era un re al quale piacevano le ragazzine...
- Maestro Pane, - gridò Anania, strabiliato, - come sapete ciò?
Il vecchietto cominciò a ridere, togliendosi la giubba e piegandola accuratamente.
- Ebbene, - disse, fingendo un ingenuo stupore per non turbare oltre l'innocenza di Anania, - perché siamo ignoranti non dobbiamo saper nulla? A quel re piaceva giocare e divertirsi coi bambini, come alla regina Ester piaceva andar pei campi a cogliere spighe, ed a Vittorio Emanuele zappare l'orto...
p. 90
- E dunque, come sapete queste storie?
- Si raccontano, diavolo! La storia della Regina Ester l'ho udita da tua madre, e quella del Re da Pera Sa Gattu...