Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 63
- E che le cose non si sanno? - ripeté il vecchio, prendendo il randello in mano, come per difendersi da un possibile attacco. - Il bambino che lavora nella bottega di Franziscu Carchide è forse figlio di Gesù Cristo'? Ebbene, perché il padrone non fa studiare quel bambino, che è suo?
- È il figlio d'un prete, - disse il mugnaio, abbassando la voce.
- Non è vero. È del padrone. Osservalo; è tal e quale a Margarita.
- Ecco, - rispose il mugnaio completamente disarmato, - quel bambino è cattivo come il diavolo: non si può far studiare. Si può combattere contro le pietre?
- Ah, bene! - mormorò zio Pera, ripreso da un attacco di tosse.
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Anania aveva quindi libero ingresso nell'orto, e amava studiare seduto sull'erba del ciglione, nella corta ombra dei fichi d'India, davanti al selvaggio panorama dei monti e della vallata.
p. 64
Siccome zio Pera perdeva le forze, s'era associato il mugnaio nella coltivazione delle fave e dei cardi.
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Poi venne la nonna, ieri notte, e disse a mio padre: « Gesù perdonò alla Maddalena; ebbene, figlio mio, pensa che siamo nati per morire; pensa che al di là noi rechiamo con noi solo le buone azioni. Guarda come è desolata la tua casa; i topi vi fanno continuamente festa».
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- Ed ora, - disse Bustianeddu il giorno appresso, «ora s'è immischiata anche zia Tatàna! Che sermone ha fatto! «Ecco» ha detto a mio padre, «figurati di prendere in casa un'amica. Prendila: ella è pentita, si emenderà. Se tu rifiuti chissà che cosa avverrà di lei! Re Salomone aveva settanta amiche in casa sua ed era l'uomo più savio del mondo».
- E lui?
- Duro come la pietra; anzi disse che le amiche fecero perder la testa a Salomone.