Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 135
A proposito, - osservava l'altro con un fare scherzoso e con sorriso sulle labbra, che non gli avrebbe invidiato il coccodrillo - dicono chi il cuore delle donne sia tenero dolce e altre storie lì... ma sapete che la sbagliano di pianta...? Vi giuro per tutti i diavoli della Tregenda.
p. 136
Vi assaggio il sangue... era amaro come la cicuta! Ora dica chi vuole che il cuore delle donne è tenero e dolce... - Con tutta vostra calma, Draghignazzo - esclamarono in coro i compagni - ma voi le sballate troppo grosse.
p. 136
E', il cuore umano, un tozzo di carniccio grosso quanto questo pugno e saenz'un osso, senti, e del colore della ciriegia barricocca e così tenera che invita trarci su un morso.
pp. 138-139
Egli aveva scosso i polverosi turbini di Sahara che da tempo si erano rovesciati sul suo capo e richiamava alla mente i primi giorni della sua vita – i giorni felici. Vedeva la palma del suo orto, il melograno, il cipro ed il nardo, il grunzo, il cinanomo e l'incenso; i ruscelletti e i pozzi d'acqua viva... - e sospirava; perocchè egli aveva perduto ogni cosa. Vedeva l'amica de'suoi primi pensieri d'amore, - le parlava come fosse vicina e le diceva così: - Oh quanto eri bella, amica mia, quanto eri bella! Io ti assomigliava alla rosa di Seroa; perocchè eri bianca e vermiglia... eri dolce più del miele e odorosa, perocchè sparsa de'tuoi oli odoriferi - le tue chiome erano crespe e brune come le ali del corvo e le tue tempie erano simili ad un pezzo di melograno... I tuoi occhi sembravano colombi presso ruscelli d'acqua ed erano come lavati di latte, e posti come dentro il castone d'un anello... le tue guancie erano simili ad un'aja d'aromati a bussoli d'odori... le tue labbra simigliavano un filo tinto di scarlato e stillavano mirra schietta. - Tu eri così bella, o sposa mia, colomba mia, eri così bella e m'inspirasti amore.... e tu mi amavi perchè eri Amore stesso.
p. 138
Come le sembrava fosco quel luogo, oscuro, tetro, orrido!