Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 38
Una sera, appunto, sorse questione fra il mugnaio ed un ricco contadino che aveva trovato un brutto insetto in un sacco di olive.
p. 38
La sera, poi, si riunivano intorno al fuoco della caldaia le persone più freddolose del vicinato: per lo più la compagnia veniva composta, oltre che dal mugnaio e dai clienti, che aiutavano a spingere la sbarra del torchio, da cinque o sei individui sempre alticci.
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- Dovresti vergognarti, per Dio! - gridava il contadino. - Perché lasci entrare qui tutti i vagabondi di Nuoro?
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llora zio Pera l'ortolano, che stava seduto accanto al fuoco col suo randello fra le ginocchia, recitò una canzonetta:
Onzi pessone
Nde juchet de munnia.
E tue chi lu ses nende
Nde juches unu andende
Issu collette!
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Efes lo guardò coi suoi occhi vitrei, rotondi e sporgenti, e mentre sulle sue guancie gialle e cascanti passava come un brivido di disgusto, la sua mano palpava il lurido collo della giacca abbottonata.