Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 32
Ad un tratto, sollevando gli occhi ella scorse alla finestruola il visetto paffuto di Bustianeddu.
- Va via, - disse, - va via, piccola rana. Fa freddo.
p. 33
Noi abitiamo qui vicino, e abbiamo un podere per il quale paghiamo trenta lire di imposta: ma l'altra volta venne il commissario e sequestrò l'orzo.
p. 33
- È questo... è questo... l'uccellino?... - chiese balbettando l'orribile donna: e guardò con tenerezza il piccolo abbandonato.
p. 33
Cosa c'è qui, dentro il tegame, che fa cra-cra-cra? Ti pare che prenda fumo? - sollevò il coperchio e guardò. - Diavolo, ci son patate. Credevo fosse altro. Ora assaggio.
p. 34
Domani... Domani... Ma quanti anni erano trascorsi dopo la partenza da Fonni? Che pensava Zuanne non vedendo ritornare l'amico? Pensieri confusi, immagini strane gli passavano nella piccola mente; ma la figura della madre non lo abbandonava mai.