Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 529
Vide la porticina di Grixenda che brillava come un rettangolo d'oro sul muro nero, e ricordò l'incarico di Zuannantoni.
p. 530
Egli si consumava come mi consumavo io questa primavera scorsa. Dicevano ch'era ammaliato. Era ammaliato, sì! Malìa d'amore. Andò persino ad Oliena a consultare la fattucchiera.
p. 530
Fu Noemi ad aprire. Efix se la vide apparire davanti, sullo sfondo glauco del cortile, alta alta, sottile, col viso bianco: Lia fanciulla, Lia risorta.
p. 531
Donna Ester leggeva tranquilla seduta su uno sgabellino davanti alla panca antica, ma d'improvviso il gatto posato sulla sua ombra accanto al lume e che seguiva con gli occhi i movimenti delle mani di lei, le saltò in grembo come volesse nascondersi e di là balzò sotto la panca: ella sollevò la testa, vide lo sconosciuto e cominciò a fissarlo con gli occhi scintillanti e il libro che le tremava fra le mani.
p. 531
Finalmente volsero tutti e due il viso a guardarsi ed ella scosse la testa con un cenno di rimprovero.
- Bravo! Gira gira sei tornato! Ma perché mai una riga, un saluto? Eppure gente d'America ne è venuta!