Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 95
L'ancella recò l'abito desiderato: era un lungo abito turchino semplice quanto mai, alquanto scollato e guernito a merletti, che risaltavano graziosamente.
pp. 96-97
Dietro i fatti della festa di Salvenero, gli animi dei Sassaresi non solo, ma di tutti i Logudoresi si sentirono infocolare al patrio amore di libertà. Le parole del valoroso Capitano, Niccolò Calderai, come che avessero avuto forza di attuare il tumulto, erano poi state un irresistibile movente per quei cosi i quali non volevano più sentirne di soggezione e di tirannide. Da tutti si bramava la comune indipendenza, da tutti la caduta dell'immane Giudice che si conculcava. Parve inallora tempo ai nemici di costui di tramare la sua ben meritata rovina. Erano questi i Doria, i Malaspina, i marchesi di Massa, i quali avevano sul Logudoro antichi diritti di pertinenza. Essi adunque erano mossi da sole mire ambiziose e si collegarono con Sassari, che da suo canto voleva esentarsi da quell'annuo tributo che doveva sborsare a favore del regolo, e crearsi affatto indipendente. Epperò tutti vennero di comune accordo, si raunarono in segrete congreghe, si fecero alleanze, si fermarono patti, si congiutò. Il Giudice turritano doveva cadere vittima d'un pugnale!
p. 99
Noi verremo assoggettati al giuramento di fedeltà e sommessione epperò a tutte quelle balzellerie e umiliazioni di cui si fa arbitro il mostruoso dominio feudale! Che cosa addunque ne conviene fare a schiavar tanta copia di mali?. - null'altro fuorchè progettare il conquasso della corte di Ardara... Il Giudice turritano ha colmato la misura.... già i popoli suoi vassalli sonosi finalmente disposti alla rivolta... da tutti già si grida: morte ai tiranni! E noi pure grideremo: Morte al regolo di Torres! - Morte al Giudice Michele Zanche - gridò concordemente l'assemblea.
p. 102
Quelle nubi di porpora così belle e graziose che s'elevano dal ponente e che poi diventano violace, fosche e d'un assai brutto colore – erano per lei il paragone delle gioie di questa terra... Che cosa è infatti l'umana vita se non un indeterminato spettacolo d'afflizioni e disinganni?... Ove andarono quelle dorate speranze della nostra giovinezza?
p. 103
Non appena ebbi notizia di questo tuo viaggio, una tetragine mai provata s'impadronì di tutto il mio spirito... ormai non vedo ognidove che squallidezza e desolazione.... tutto mi parla d'una imminente sciagura.... e una voce arcana par che mi dica che noi non ci rivedremo più.... mai più!