Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
p. 330
Il Ponte Grande – da noi più volte menzionato in questo racconto – ebbe fin da tempo remoto il battesimo di Ponte del Diavolo, poiché fu sempre creduto opera dello spirito infernale. Una tradizione popolare – pur riportata dal Lamarmora ed altri scrittori – narra che questo ponte fosse fabbricato in una sola notte dal diavolo, che in quel tempo era al servizio e in molta intrinsichezza con Leonardo Alagon, quarto ed ultimo marchese di Oristano, verso il 1470. Si aggiunse pure, che l'ingegnere infernale, troppo affrettato nella costruzione, non ebbe tempo di collocare le due grosse pietre che vi mancavano.
p. 331
Udivasi distintamente lo scroscio delle onde, e le rane che gracidavano nei pantani di Vigna Grande. [...]
Le siepi di fichidindia, le macchie di rovere, i tronchi degli alberi, avvolti nell'ombra, prendevano strane forme.
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E i salici del fiume piegavano i lunghi rami per baciar l'onda nera.
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Esso seguiva una barella ricoperta da un bianco lenzuolo.
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Era montato da un giovine che vestiva una giacca bianca ed aveva al collo un fazzoletto rosso.