Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
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Per gli sponsali – come per gli altri costumi della Sardegna – il Bresciani ha voluto dimostrare che ci vengono direttamente dall'Oriente.
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Certo è, che fra gli sponsali d'oggidì e quelli descritti dal Bresciani havvi qualche variazione dovuta in parte alla miseria delle popolazioni sarde, e in parte a quel po' di soggezione che la nuova civiltà cittadina impone alle antiche costumanze del contado. Nel tempi descritti dal Bresciani i generosi baroni prestavano arazzi, cavalli, gualdrappe e non so che altro agli sposi; oggi invece i matrimoni si effettuano più alla liscia, perché i baroni non ci sono più.
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I quali (sposi), in quell'occasione, sogliono dar prova della futura armonia, mangiando la minestra nello stesso piatto e collo stesso cucchiaio, bevendo nello stesso bicchiere, e spartendo da buoni amici quanto si porta a tavola.
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Dagli usci delle case e dalle basse finestre, in cui stavano aggruppate le forosette, si gettavano sugli sposi manate di grano, in segno di abbondanza; né mancarono color che buttavano i piatti in terra, per romperli, in segno di allegria: manifestazioni tuttora in vigore in diverse regioni della Sardegna.
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Il giorno seguente si tornò a imbandir tavola nuziale, alla quale assistettero i parenti di Beppe. Né fu dimenticato di spedire a Cabras porzione delle pietanze, destinata ai parenti di Filomena. E ciò in omaggio all'usanza, la quale vieta al padre ed alla madre della sposa d'intervenire al pranzo di nozze della loro figlia. Il banchetto fu allegro e chiassoso; né mancò chi fece un brindisi, augurando alla sposa, fra nove mesi, il dono della gallina e del succu. Il poeta voleva alludere ad altra usanza, comune nel campidano: quella, cioè, che impone alla comare di regalare alla puerpera (dopo il battesimo del primo figlio) una gallina, le cui ali, il collo ed i piedi vengono allacciati con tre nastri di seta. La povera bestiola, destinata al sagrifizio, suol presentarsi sopra un cestello elegante, colmo del succu di cui abbiamo parlato.