Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
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San'Efisio è la festa più solenne e popolare della capitale dell'isola, e chiama da tutta la diocesi un numero considerevole di curiosi e di devoti, i quali danno alla feste una vivacità singolare
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L'oro e l'argento lucicavano qua e là sui pani de saba, o sulle cappe inzuccherate dei pistoccheddus.
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I monelli – picciocus de crobi – ti assalivano da ogni parte, e ti presentavano le loro linde corbelle.
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I rigattieri – pettoruti, baldanzosi e sbarbati di fresco – col tubo rosso in testa e il grembiale di bucato ai fianchi, vantavano a voce alta la propria merce.
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Perché ogni rivenditore si era fatto un dovere di adornare la propria bottega, o la propria baracca, con foglie d'alloro, pile di aranci e mazzi di fiori. […] mentre il mirto, simbolo dell'amore, faceva capolino dal ventre squarciato dei porcetti di latte [...] Su per le finestre ed i balconi, adorni di arazzi d'ogni colore, era un mondo di donne e di bambini, veri mazzi di fiori (con qualche foglia di malva, s'intende).