Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 61
Mi sapresti dire se Guelfo abbia raggiunto quel tristaccio di Vanni Gobetta di cui faceva avida ricerca per vendicarsi in parte dell'infame morte fatta soffrire ad Ugolino suo padre - alla quale credesi il Vanni abbia contribuito non poco... - Si, l'ha raggiunto finalmente e se sapessi come gliel'ha pagata... lo fece nientemeno attanagliare sopra un carro e poi squartare da quattro cavalli rudi!
p. 62
Michele Zanche si accostò ad uno scrittoio, ne tolse pergamena a cui stava unito il dovuto sigillo di piombo e si accomodò a scrivere. - Vergò alla buona tre o quattro line, le lesse e rilesse e vi appose la sua firma; poi rivoltosi al frate proseguì: - Questo è un ordine al mio castellano di Monte Acuto.
pp. 63-65
Nino Scotto dell'illustre famiglia Visconti di Pisa e amico di Dante, che ne descrisse co'suoi versi immortali il nobile carattere, aveva ereditato in Sardegna il Giudicato di Gallura – Ciò verso il 1280. Il giudice Nino aveva preso ad amministrario con quell'affabilità che lo predistingueva – tant'è si aveva guadagnato in breve tempo l'amore e il rispetto di tutti i suoi sudditi […] D'allora in poi egli non ebbe più pace e consumò gli ultimi suoi anni guerreggiando sempre i suoi nemici finchè non si ridusse nel suo modesso dominio di Sardegna. Inallora pure, il nostro Frate Gomita pagò la pena di tutti i suoi misfatti.... Il Nino venuto a conoscenza delle sue ribalderie lo aveva fatto appicciare ad un laccio.
p. 65
Che furono poi facile preda di una fazione sorta nel frangente di frati e di pinzocheri aventi a capo l'arcivescovo Ruggieri.
p. 66
Il Giudice turritano, partitosi il suo amico, a detta di Dante, un vasel d'ogni froda, corse ad aprirne una per depositarvi i cento fiorini che or ora aveva ricevuto in prezzo della libertà di Lamberto.