Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
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Don Antonio […] volentieri si era incaricato dell'amministrazione delle molte terre possedute dalla famiglia in Donigala, in Solanas, in Nuraxinieddu e in Simaxis.
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Donna Mariangiola, la secondogenita, aveva le stesse debolezze della madre in fatto di religione: sapeva a memoria la storia di tutti i santi e sante, tutte le vigilie comandate, tutte le feste, i tridui, le ottave, le novene, le quarantore; insomma tutta l'aritmetica religiosa cattolica. Lo stesso canonico poteva da lei prender lezione.
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La si trovava di frequente sul ballatoio, sbocconcellando pane, per gettarne qualche pezzetto nel sottostante cortile; e prendeva gusto a vedere i pulcini correre, pigolando, ed azzuffarsi per disputarselo.
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i>Piscadori de pagellu,/piscamì una murena;/po ti amai, gravellu,/sa vida passu in pena.
p. 114
i>Tres limonis, tres limas,/tres arangius cun frori;/piscandi a chini istimas/già chi ses piscadori.