Stefano Sampol Gandolfo
Roma, Tip. G. Ciotola
L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia
Stefano Sampol Gandolfo
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Il più bel sole d'autunno illumina coi suoi dorati raggi le verdeggianti creste dei monti e le merlate torri delle castella, che si specchiano nel sempre dolcemente increspato, ma sempre più pittoresco e incantevole lago di Ginevra.
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Egrave; Ripaglia una lunga e non larga striscia di terra, che si insinua leggiadramente nel lago ginevrino quasi in forma di ferro da cavallo, e nel cui mezzo, circondata da ombrosi viali, da olezzanti giardini e da amenissimi boschetti, s'innalzano maestosamente la chiesa e l'Eremo, cosidetti degli Agostiniani, perché appunto per essi in origine e l'una e l'altro fondati dalla pietà e dalla munificenza della illustre famiglia dei Savoia.
pp. 10-11
Sono essi quarantanove prelati ed altri dignitari ecclesiastici, savoiardi, svizzeri e francesi, con a capo in abiti pontificali l'eminente Vescovo di Ginevra, centododici baroni dei più ricchi e potenti stati del Duca di Savoia. (...)
Sono i figliuoli, le famiglie e le corti dei cavalieri di S. Maurizio, degli Eremiti di Ripaglia e del loro capo, il Duca Amedeo VIII di Savoia, che voi la vedete modestamente assiso ai piedi dell'altare.
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L'Eremo non è altro che un imponente e severo complesso di sette distinte torri, per lunghi e spaziosi corridoi comunicanti tra loro, e nulla ha di notevole, se n'eccettui la bizzarra forma; la quale, più che d'un romitaggio, ossia di un luogo di penitenza e di orazione, l'idea ti porge di un fortilizio di ricco e prepotente signore.
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La chiesa è pur essa semplice e disadorna, e niente a contemplarla t'invita di maestoso e di raro. Ha una pregevole statua di San Maurizio, una discreta tela della S. Sindone, un piccolo coro intagliato di buona mano, molti preziosi candelabri di aurato bronzo, e lampade molte parimenti di bronzo e non poche anche di argento.
Oggi, 16 ottobre 1434, essa chiama l'attenzione, di chi ha la fortuna di penetrarvi, pei suoi cento doppieri che vi scintillano ricchi di luce, d'oro e di gemme, pei suoi stupendissimi arazzi che ne ricuoprono le pareti, per una magnifica spada, per un ricchissimo manto, per uno scettro, e per una bellissima corona ducale d'oro massiccio, che si vedono sopra il maggiore altare.