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autori

Stefano Sampol Gandolfo

opere

L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia

Stefano Sampol Gandolfo

Roma, Tip. G. Ciotola

L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia

Stefano Sampol Gandolfo

pp. 237-238
In mezzo all’aspettazione generale, ecco finalmente arrivare Papa Felice, un vecchio di bello aspetto, di grave incedere, di bianchi capelli, di statura ordinaria, insieme ai figliuoli, ma dalla pelle candida, dalla candida barba e dal favellare laconico.
[…] I prelati con la mitria in capo, e tutto il clero della città e dei circonvicini paesi in solenni paludamenti sacerdotali, salirono il palco, portando croci e reliquie.
Celebrò la messa solenne lo stesso Papa.
[…] Dopo la messa e la consacrazione del novello Papa, fu recato il prezioso triregno; il cardinale si Santa Sabina lo pose in capo a Felice, che bandì l’indulgenza plenaria, e la folla proruppe in acclamazioni prolungate di ‒ Viva il Papa! Viva Felice V!

colori, religiosità

pp. 238-239
Finite le cerimonie, scese ognuno dal palco per montare a cavallo, e la processione s’incamminò nuovamente verso la città coll’ordine seguente: laici e valletti, scudieri e baroni, il Papa circondato dai suoi consiglieri, ciascuno sontuosamente abbigliato, quale di porpora e d’oro, quale alla militare con gemme ed auree catene al petto.
[…] Teneva dietro il clero della città e campagna con reliquie; quindi i Romiti di Ripaglia, detti anche Cavalieri di San Maurizio, tutti vecchioni e antichi compagni di Felice nel mondo, e che ora lo accompagnavano pontefice, ammantati nella bianca tunica del loro Ordine.
Il Papa, che si avanzava lentamente sotto un baldacchino d’oro, benediceva gravemente e commosso il popolo genuflesso. Retelen e Vinsberg tenevagli la briglia della mula bianca; giunti al ghetto degli ebrei, i rabini gli si fecero innanzi presentandogli i libri della legge, che ricevette con rispetto; ed entrata finalmente la processione nella chiesa dei Domenicani, s’intonò il Te Deum.
[…] Ma chi era questo Felice V, si può sapere?
[…] Era nientemeno che il Duca Amedeo VIII di Savoia!

colori, flora e fauna, religiosità, storia

pp. 240-243
Il 3 marzo del 1431 Gabriele Condulmero, veneto, di anni 46, cardinale prete del titolo di S. Clemente, e nipote a Gregorio XII, era proclamato Pontefice. Col nome di Eugenio IV, fu esso uno dei più insigni Papi.
[…] Il suo Pontificato non fu però tranquillo, e le maggiori tribolazioni, più che dai principi secolari del suo tempo, esso le ricevette dai Vescovi di quel detestabile sinedrio, che fu il Concilio di Basilea, antica e nobile città dell’Elvezia. Quel Concilio era stato convocato dal suo illustre predecessore Papa Martino V; ma Eugenio IV, che lo aveva confermato, e fatto aprire nel primo anno del suo Pontificato, non tardò ad accorgersi che i pochi vescovi intervenutivi tendevano ad un malaugurato incominciamento di gravissime discordie.
[…] Invano i Legati Pontificii, ammoniti dal Pontefice, alzarono la voce e usarono di tutta la loro autorità per protestare contro atti e intenzioni di così aperta ribellione. Quei pochi vescovi e quei pochi dottori ruppero finalmente in aperta guerra, ed erigendosi a potere supremo, indipendente e assoluto della S. Sede, si dichiararono pubblicamente contrari a qualunque riconciliazione.
Fu allora che il Pontefice Eugenio IV, usando della pienezza dei suoi poteri, con due distinte Costituzioni, prima annullò tutti gli atti di quella arrogante assemblea, quindi richiamato a Roma il Cardinale Cesarini, suo legato e presidente del Concilio, dichiarò incorsi nelle più gravi censure della Chiesa tutti coloro, che in qualunque modo avessero continuato a radunarsi e si fossero ostinati a disubbidirgli.
Le proteste del Santo Pontefice furono villanamente derise, e i suoi decreti dichiarati di nessun effetto, e i Padri di Basilea continuarono a radunarsi in Concilio, sotto la presidenza del più accanito nemico del Papa, il Cardinale Ludovico Alleman, arcivescovo di Arles.
[…] Il Concilio di Basilea, ridotto a una ventina di membri, tra i quali nove soltanto vescovi, e tutti nemici del Pontefice, e sudditi del Duca di Savoia, ebbe la tracotanza di riunirsi nuovamente per citare il Santo Padre a comparire alla sua presenza, per dichiararlo contumace, quindi deposto, e per decretare in ultimo la elezione di un novello Papa.
Sciagurata elezione; che fu compiuta di fatti colla proclamazione a Papa, ossia antipapa, dell’Eremita di Ripaglia, del Duca Amedeo VIII di Savoia.

religiosità, storia

p. 245
Gemeva intanto l’animo del legittimo Pontefice [Eugenio IV], dinanzi a tanta desolazione della sua Chiesa, e la sua salute ne deperiva tutti i giorni; […] tanto se ne amareggiò che dovette cedere allo strazio dell’animo e alle immani fatiche, per addormentarsi nel Signore, universalmente compianto da quanti ebbero la fortuna di riconoscerne e di apprezzarne le straordinarie virtù, e gl’insigni meriti nei sedici anni del suo travagliatissimo Pontificato.
Durante i quali, dopo la morte della regina Giovanna II di Napoli, diede l’investitura di quel regno a Renato d’Angiò; incoronò in Roma l’imperatore Sigismondo; canonizzò Nicola da Tolentino; ordinò la precedenza dei cardinali sopra i vescovi, e condannò l’errore di Giovanni Poliaco, il quale sosteneva che coloro, che si erano confessati ai monaci, dovevano confessarsi di nuovo ai rispettivi loro parroci per soddisfare il precetto Pasquale.

italia ed europa, religiosità, storia

pp. 245-246
Morto Eugenio IV, i cardinali, riuniti in conclave, gli dettero immediatamente a successore il 7 marzo 1447 Tomaso Perentucelli da Sarzana, nato da poveri genitori, già vescovo di Bologna e cardinale dal titolo di Santa Susanna, che assunse il nome di Nicola V.

religiosità, storia

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