Stefano Sampol Gandolfo
Roma, Tip. G. Ciotola
L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia
Stefano Sampol Gandolfo
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Qual titolo mi autorizzereste voi a lanciargli sul viso ed a consacrargli in queste pagine, al vederlo prostrato modesto e commosso nello stesso giorno e nella medesima ora dinanzi alla Reliquia Santissima di Colui, che perdonò ai suoi carnefici, ai nemici suoi, morendo in croce anche per loro?
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Gettiamo prima uno sguardo alla modesta casa dei poveri Farraut, […] piena di donne e di pietose fanciulle, chiedenti a Dio, alla Vergine Purissima ed a tutti i Santi del Paradiso pietà, misericordia per la loro diletta Anna Maria, pei suoi agonizzanti genitori.
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S’ode dentro nelle sue stanze un flebile e pietoso concerto di voci soavi. Sono le donne, che intonano, e le fanciulle, che ripetono, genuflesse dinanzi ad una Immagine della Madonna, spesso interrotte dalle lacrime e dai singhiozzi:
“Salve, o Regina madre di misericordia, dolcezza della vita e nostra sola speranza, salve. A te ci rivolgiamo noi esuli figli di Eva, verso di te sospiriamo flebili e gementi da questa valle di lacrime. Deh! O Avvocata nostra, rivolgi a noi i tuoi occhi misericordiosi, e mostraci tu il benedetto frutto delle tue viscere Gesù, o Clementissima, o Piissima, o Dolcissima Vergine Maria”.
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Più di cinquanta, non uomini, ma leoni, eransi in pochi istanti radunati e confusi tra loro correvano furibondi per la via del Ponte, dell’Arco, capitanati, non da un leone, ma da una belva ancor più feroce, da una tigre… da Giorgio, dal fratello della sposa.
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Ve ne ricompenserà Dio, ve ne ricompenseranno tutte le anime buone...