Stefano Sampol Gandolfo
Roma, Tip. G. Ciotola
L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia
Stefano Sampol Gandolfo
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Quei favoriti di Anna Maria godevano anch’essi delle distinzioni della festa nel vitto. Gli uccelletti avevano una più abbondante provisione di miglio e altro da beccare, e lo scoiattolo correva a prendere le nocciuole, che a piene mani gli dava l’amabile fanciulla.
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Appiè dell’albero era naturalmente la capannuccia tutta bene aggiustata e rappresentante il mistero di Bethlemme. La Verginella Maria col suo sposo Giuseppe, la mangiatoia di pietra col suo strame, facente funzioni di culla al bambinello Gesù coperto di paglia, e godente al tepido fiato della mula e del bove, che lo riscaldavano, e intorno e fuori pastorelle e pastori estatici di meraviglia e lagrimanti di consolazione.
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L’orologio della magnifica cattedrale, edificata sotto l’impero di Costantino e sulle rovine di un antico tempio pagano da Gontrado re dei Borgognoni, batteva la mezzanotte, e Prudenzia e Anna Maria, facendosi il segno della Santa Croce stavano cantando: Gloria in excelsis Deo, quando si sentì bussare alla porta e vidersi contemporaneamente entrare, esclamando anch’essi: Gloria in excelsis Deo, sei distinte persone.
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Ammirarono l’albero, […] quindi si assisero dinanzi al focolare, che ravvivato da molti pini, scoppiettava anch’esso di gioia.
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Io, rispose abbassando la testa Prudenzia e facendosi il segno della S. Croce, perché per metà aveva dato ascolto al discorso del nobile Signore e per metà aveva continuato le sue orazioni a Gesù Bambino, io sono una povera donna, che ho capito poco, ma per quel poco che ne ho capito mi rimetto a quello che farà mio marito.