Stefano Sampol Gandolfo
Roma, Tip. G. Ciotola
L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia
Stefano Sampol Gandolfo
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Il recinto delle ardue montagne, che corrono la valle, danno a questa un alpestre sì ma grandioso e bello aspetto. Tutto in essa è pittoresco e ammirevole: le nevi eterne e le ghiacciaie ricuoprono la nudità della gran giogaia; i larici, le quercie, i castagni, ombreggiando uniti i luoghi più bassi, acquistano una vigoria e una bellezza particolare; nei luoghi più aprichi, ove è molto forte il riverbero dei raggi solari, prospera mirabilmente la vigna, mercé la infaticabile industria dei buoni Valdostani; nella più bassa parte del territorio il fico, il mandorlo, il pero, il melo danno copiose frutta, molto ricercata al di fuori per la squisitezza del loro sapore.
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Era la notte del 24 dicembre 1418. […] Alquanto nuvoloso era il cielo, e le poche stelle che apparivano, erano scintillanti più dell’usato, come se la loro luce splendesse in quella notte più fulgida in memoria della nascita del Redentore Divino.
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Il vivo splendore degli astri, unito all’abbagliante bianchezza della neve, dava luogo ai fedeli, che andavano alla messa di mezzanotte, di non deviare dagli scoscesi sentieri dei boschi.
Al frastuono della burrasca mischia vasi il suono delle campane, che invitavano i cristiani alla festa del Natale.
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Questa buona donna, che da qualche tempo per una forte indisposizione non poteva muoversi, dovea con suo gran rammarico rinunziare al piacere d’intervenire alla Messa di Natale. Assisa sopra una ruvida sedia davanti all’ardente focolare, ella si consolava dicendo devotamente le sue orazioni.
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Mentre la madre sua devotamente pregava, Anna Maria, che così si chiamava la bella sua figliuola di 17 anni, adornava il bell’abete verde, che sogliono le famiglie ricche e povere collocare in tal giorno in mezzo alla stanza, in memoria della Natività del Signore. Con gusto squisito essa ne avea intrecciato le frasche con nastri celesti e carnaccini, aveva attaccate castagne e noci dorate ai rami; due uccelletti addomesticati, messo da banda il sonno, andavano svolazzando di ramo in ramo; un agile scoiattolo arrampicavasi rapidamente sul tronco, poi rapidamente ne scendea, per quindi rapidamente risalirvi, con la medesima sveltezza scherzevole, che avrebbe usata nel correre liberamente per gli alberi della foresta.