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Marcello Cossu

Marcello Cossu

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo

Marcello Cossu

p. 150
Sognavo ancora di cervi e daini spaventati, messi in fuga – di spari, di grida, d'abbaiar di cani e del trambusto selvaggio delle nostre caccie, quando odo picchiare all'uscio della mia camera.

flora e fauna

p. 150
I raggi della vaga Cinzia divenivano più languidi, il suo disco si fece cinereo, ferale, finchè spari affatto. Qual purezza d'aere! qual limpido orizzonte! - sembrava l'oceano nella sua calma e maestà. Ma quel lembo di cielo poco dopo s'ammantò a porpora, s'elevarono dal suo grembo nubi graziosissime, ch'erravano nell'ampia distesa variopinte, simili ad aiuolette di fiori, mentre appariva il sole, gaio e ridente.

colori, leggende, lingua

p. 151
La nostra brigata lungo il cammino era andata ingrossandosi; c'imbattevamo di frequente in gruppi d'uomini foresi, incapucciati, con lo schioppo in spalla; e in altri che avevano appresso grossi cani pel guinzaglio. - Erano i Capi caccia e gli Aizzatori con le diverse mute di cani, indispensabili nelle nostre caccie grosse. I raggi sbiesci del sole che ci ferivano, proiettavano sul terreno ombre fantasticamente grandi. - Sembravano giganti assisi su mostri con lunghe partigiane in resta. Quando arrivammo al luogo destinato per la partita, scendemmo da sella, consegnammo i cavalli ai domestici e c'internammo nel bosco. I capi caccia si dettero a ordinare le poste, nei diversi varchi, formando un semicerchio di sentinelle avanzate a cui si davano ordini speciali, nel tirare e la consegna di non muover passo; ciò per evitare degli equivoci disastrosi, potendo nella mischia ferire il compagno, o rimaner ferito. Dopo ciò, fecero marciare avanti gli Aizzatori, che si perdettero nel folto del bosco ove stavano accovacciati il feroce cinghiale e il volipide capriolo.

costumi, flora e fauna, geografia, leggende, lingua

p. 152
Spesso sciorinava un pretesto per uscire e non si lasciava più vedere, e alcuna volta colla scusa d'un mal di capo non si mostrava punto.

lingua

p. 154
Subito io mi era recato da Violetta per rampognarla in certo qual modo della sua poco lodevole condotta a riguardo dell'amico.

lingua

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