Marcello Cossu
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
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A tal fine arrivati in paese, sostato un poco, Paolo e Riccardo si dettero premura d'uscire pel villaggio a invitare gli uomini più intendenti delle caccie, detti Capi-caccia, e gli aizzatori con le diverse mute dei cani, indispensabili in simili partite
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In cui riggiri come verme sul fango l'essenza vitale che si chiama anima. - Il suo viso era grotesco, bitorzoluto, ove campeggiava il naso grossissimo a ballotta fatto fogna dalle iterate aspirazioni del tabacco – la bocca, larghissima, cavernosa, col labbro inferiore pendente come quello asino - gli occhi, sgranati di color fulvo, che schizzavano dalle orbite tinte pavonazzo - segno del vizio.
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Avea la fronte ampia, limpida, orna d'un visibilio di capelli biondissimi, gli occhi grandi, azzurri, sereni come il cielo di maggio.
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Ritenni quell'uomo per poco più di materia; anzi, ora che ci penso, se al mio posto fossessi trovato il chiarissimo professor Mantegazza, certo avrebbe pescato maggior copia di prove a sostenere il suo specioso asserto sul materialismo del pensiero.
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Cenni di capo e inopportuni scrosci d'un riso insipido come le carotte d'Alghero!