Marcello Cossu
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 133
Ora a lui sorride tutto color zaffiro... egli può fissare il sole!
pp. 133-134
Io mi era ritirato dagli studi dopo aver compiuto il corso ginnasiale. Mio padre non aveva avuto animo di far me un dottore, tanto più, che avendo io un fratellino, m'era d'obbligo fare il servizio militare, che avrebbe rotto a mezzo l'intrapresa carriera.
p. 134
La sua bocca era leggermente rigonfia, carminia e soave come il pomo d'un melograno; le sue guancie incarnatine, vellutate da una finissima epidermide, erano due rose schiuse in tutta la loro freschezza e fragranza.
p. 134
Avea il volto disegnato a tratti maestosi, sormontato dal volume copioso di nerissima chioma, spesso suffusa da un'arcana rugiada, che l'ammolliva, la profumava deliziosamente. - Gli occhi avea grandi, vividi, bruni bruni, e saettavano sguardi fulgidissimi, che t'appalesavano un'anima gagliarda, un cuore rigoglioso, una natura in combustione latente.
p. 135
Ella solea abbigliarsi d'una lunga vesta di mussola bianca, guernita da passamani in seta color viola e sostenuta da una fasciacca di taffetà azzurro, che rendeva più flessibile, più elegante quel cinto, artisticamente modellato.