Marcello Cossu
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 122
Fu scelto un verde praticello accanto a uno scoglio ricoperto di musco, e d'onde zampillava una vena d'acqua freschissima. Noi intanto, vinti dalla stanchezza, ci eravamo lasciati cadere sotto una frondosa quercia, che protendeva i rami a larghe distese.
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Inallora Riccardo propose alla comitiva un nostro particolar esercizio – il tiro al bersaglio, che fu da tutti accettato di grand'animo; tanto più, che ognuno di noi all'indomani, doveva far prova di sua valentia nella difficile caccia del cinghiale. A bersaglio fu scelto un annoso cerro, sul cui grosso fusto s'attaccò il segno; tosto s'incominciò il tiro.
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Ma noi sardi siamo instancabili in campagna, e la nostra brigatella, dopo breve sosta, era ridivenuta animosa, gagliarda, capace ad affrontare novellamente più dura fatica.
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Cirillo non aveva mai sparato un fucile! ciò fu per noi motivo a ridere sgangheratamente; si esortò quindi a mettersi alla prova, chè era vergognoso in un sardo non saper sparare.
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Se l'era impossessato una tremarella che gli faceva battere i denti come ci avesse avuto il freddo della terzana.