Marcello Cossu
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 93
Meglio che tanti altri, i quali, a considerarli dalla cortesia sembrerebbero altrettanti San Luigi, mentre scrutandoli per benino sono: lupi sotto velli d'agnello!
pp. 93-94
Dimmi Riccardo, fecì io qui commosso pel signor maestro << sia che questi poveracci d'Insegnanti soffrano di mal petto, sia che non ci abbiano il necessario sostentamento, ma li trovi d'una tinta: son pallidi, giallicci, scarni – tanti Cavalieri dalla Triste Figura!>> << E non dici male; e si pensa tanto a migliorar la loro condizione, quanto a saldare i debiti dello Stato. - C'è pur quà il vice – Parroco, quel prete dal viso olivastro, che siede vicino al maestro.
p. 94
O, in quanto a questo! - sai bene l'ospitalità è ingenita nei Sardi. Noi salutammo tutti quei signori, che al nostro arrivo si levarono, dirigendosi da me per stringermi la mano e darmi la benvenuta, quantunque fosse la prima volta che mi vedessero. Io li scongiurai a non sturbarsi per me e a continuare la partita; essi vi si accomodarono fino al suo termine. Don Giocondo e lo Speziale furono dichiarati perditori e pagarono il vermouth per tutti.
p. 95
E s'incominciò a parlar di porcetti cotti al forno, di pippioni arrostiti, di vini vecchi e che so io, cose da far andare in sollucchero
pp. 95-96
Quì Paolo voleva lasciarci, ma il mio amico lo pregò che restasse a pranzo con noi, ed egli stette; e quando le vivande furono imbandite, ci ponemmo attorno al desco, e togliemmo a lavorar di ganasce ch'era un piacere.