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Marcello Cossu

Marcello Cossu

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo

Marcello Cossu

p. 59
A queste mie parole Riccardo e Polo mi guardarono e sorrisero mestamente.

lingua

pp. 60-61
I concetti poi della canzone erano mesti e sublimi. - Una tortorella geme tradita su una rupe, ove l'abbandonò il suo amante! Tu l'avresti, direi udita a gemere del suo infortunio... e narrarti con accenti melanconici la triste storia del suo amore... - Ella avea amato alla follia un ingrato!.... il quale, anziché corrisponderla con pari affetto e costanza, avea avuto il cuore di coprirla d'ignominia e abbandonarla.... Ella ne avea gemuto per lungo, e poiché avea considerato le sevizie della sua sorte, avea compreso esser tardi il pentimento e che pur bisognava riparare la vergogna... Avea lottato lungamente con cuore, e avea vinto! - Un feroce pensiero si era impossessato del suo spirito – il pensiero della vendetta! - Ed ella si era vendicata... Ella avea ucciso di propria mano l'infido amante. [...] Tu riscontravi nella gemente tortorella la sarda amante, che ama sospirosa, perchè abbandonata... e che ama eternamente poiché non pone mai tregua al suo gemito! - Nell'infedele sagrificato all'ingiuria recata, ricordavi l'animoso petto della sarda donna che fa pagar ben cara l'offesa che mai venga fatta al suo onore.

costumi, flora e fauna, gente, lingua, modi di dire

p. 60
Ossiavero, bande di facinorosi, maffiosi, assassini da strada i quali sogliono ricevere i passeggieri a colpi di pugnale e a fucilate.

lingua

pp. 61-62
In questo mentre comparve fra le cime degli alberi la simpatica luna. Ella era giunta al suo pieno e ammantava mollemente la natura con quel suo bel candore. Sembrava la mistica Sposa, che circondata d'amiche vada a incontrare la Sposo... O la Regina, che corteggiata di dame, sorta a passeggiare su pei boschi e pie luoghi solitari...... Rimasi commosso dal maestoso spettacolo ed esclamai in questi non miei versi: Di nostra terra amabile seguace; Candida lampa della notte bruna, Oh quanto il mite tuo chiaror ne piace! Inostri cavalli come compresi del grande benefizio che ci recava la luna, nitrirono di gioia e si diedero a galoppare con maggior vigoria e prestezza. Tant'è in meno d'un quarto d'ora ci misero del tutto fuori dal bosco. Allor fu la paura un poco queta, Che nel lago del cor m'era durata.

colori, costumi, flora e fauna, geografia, riferimenti letterari

pp. 62-63
Il lettore me lo perdoni, ma io non fui mai, come nol sono presentemente, amico dei boschi e delle foreste, specialmente da quando udì i trucissimi fatti che vi si compierono, anche in epoche a noi non molto lontane!... Per somma nostra disgrazia in Sardegna e là in quelle incontrade, ove la civiltà non ha messe ancora radici, non si può viaggiare con quella tranquillità d'animo di cui dovrebbe godere ogni cittadino. Però v'è da sperare che in progresso di tempo colle comunicazioni, che mercè la rete stradale e ferroviaria, si avranno coi centri inciviliti dell'Isola – colla solerte vigilanza della forza pubblica, aumentata in numero e coll'istruzione popolare, anche questa remota terra diverrà sede della pace, del progresso e dell'incivilimento.

geografia, italia ed europa, limiti

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