Marcello Cossu
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 34
Egli era un giovine sui vent'ott'anni: d'alta taglia – di bruna carnagione, però vigorosa, aitante; aveva una fitta barba nera nera, che in un ai capelli, gl'incorniciavano vagamente il viso, dandogli un espressione di grata fierezza; la sua fronte era vasta, solcata da due rughe orizzontali, derivate dalla meditazione - fors'anco, dalla malanconia; gli occhi aveva grandi, d'un dolcissimo colore castano.
p. 35
La mi scusi, ma prima d'avanzare discorso con me è duopo, ella mi accordi un favore.
p. 35
L'è pur quella snella e disinvolta parola, il tu. - diceva una volta il Parini.
p. 36
Si, ma ogni qual volta la passione non sia un vecchio canchero.
p. 36
E' il caso di ripetere ciò che scriveva un giorno l'Annibal Caro in una sua lettera a messer Bernardo Spina. - Non vi do di signore – diceva egli – perchè quando io scrivo a certi uomini da dovero soglio sempre parlare più volentieri ad essi medesimi, che a certe lor terze persone in astratto; e se non siete di quelli da dovero voi, non voglia. Scriverò dunque a voi proprio e non alla S.V. la quale io non conosco, e non mi ricordo mai averla veduta.