Marcello Cossu
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 122
Ritedda corre, vince l'erta e s'inoltra nel bosco di castani, che corona il colle di Barigau. Alcuni abitanti che la travisero in quella sua corsa, si strinsero gli uni agli altri, mormorando una preghiera, e la credettero un'anima smarrita, che s'affrettasse al suo convegno. Ritedda si ferma presso un macigno, vi si asside e resta là muta è immobile, come il sasso che l'accoglie. Un terribile colpo di tuono scoppiava a pochi passi da lei, e un colossale castagno cadeva percosso dalla folgore.
p. 122
Il cielo si era fatto nero.
pp. 122-123
La tua nera capigliatura sconvolta dal turbine, stilla per lo spruzzo della pioggia.
p. 123
Ai primi raggi del mattino un uomo ed un donna, passando poco discosti dalla cima del colle di Barigau, videro una sembianza che Ossian avrebbe rassomigliato a tenue forma di nebbia, seduta sopra un macigno, a capo chino, colle braccia incrocicchiate sul petto.
p. 127
Lanusei, 1 Gennaio 1885.