Marcello Cossu
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 98
Dopo di che, i manigoldi sedettero; e nella più espansiva allegria, divorarono il capretto; indi se ne andarono pei fatti loro.
p. 100
Questa vita terrena è quasi un prato, Che 'l serpente traì i fiori e l'erba giace; E s'alcuna sua vista a gli occhi piace, E' per lassar pià l'animo invescato.
PETRARCA
p. 102
Madre e figlia, come già dicemmo, erano donne facenti, sollecite e discrette, come direbbe il Bresciani, e le migliori massaie che mai si possa desiderare.
p. 105
Ora Grazia aveva quella perspicacia del rettile, ch'è tutta propria delle nature malvage e per la triste esperienza delle vie torte, onde la virtù si maschera e si tradisce.
p. 106
V'ha un ingegno splendido, generoso, che tende al bene e lo comanda; ve n'ha un altro abbietto, tenebroso, illuminato, direi quasi dalle vampe dell'inferno a spire di satana, che tende al male e trova mille vie al delitto con un'acutezza, con un'ostinazione veramente spaventevoli. E questo talvolta prevale a quello, come il serpente prevale all'aquila, avviluppandola insidioso, colle sue spire, e trafiggendola con suo dardo avvelenato.