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Marcello Cossu

Marcello Cossu

Lanusei, Tipografia Sociale, 1885

Ritedda di Baricau

Marcello Cossu

pp. 69-70
E riflettendo che quel popolo sopportava presso che silenzioso il proprio supplicio e che, ad aggravamento di abbiettezza, si confessava quasi conscio e convinto di una insuperabile inferiorità verso le caste privilegiate si può francamente dedurre che la nostra era novella non solo ha immensamente migliorato il materiale destino delle masse, ma che ha in esse infiltrato un sentimento più completo, più nobile, più indipendente dell'umana dignità. Non è adunque, checchè se ne dica, il solo progresso industriale, quello che caratterizza il nostro secolo, ma l'incontestabile progresso morale, che se non soddisfa ancora a tutte le ragionevoli ed irragionevoli esigenze, è però sufficientemente avanzato, perchè ci sia permesso di non invidiare, come pur troppo alcuni lo fanno, le torri dei feudatari, la servitù della gleba, i diritti baronali, il folle sfarzo dei palagi e la vita trascinata nel fango, non solo dalla plebaglia, eziandio dagli uomini che formarono più tardi la borghesia, sia questa potenza di transizione, che simile ad un reagente, giungerà coi secoli a fondare i diversi metalli, simboli dei vari ordini sociali, in una lega compatta, indissolubile, completa; ed allora l'umanità potrà essere rappresentata da una statua omogenea, uniforme nella composizione di tutte le sue parti, ben diversa dal fatal colosso, che sollevando alle nubi l'orgogliosa cervice d'oro, premeva d'immane peso gli abbietti piedi di creta.

costumi, gente, lingua, storia

pp. 71-72
Tornando alla Coscrizione dei nostri montuosi villaggi, pima assai che spuntasse il giorno dell'estrazione a sorte, le famiglie più ignoranti e superstiziose anfanavano nella ricerca di malìe e di sortilegi, acciò riuscire di estrarre un buon numero. Se non che la capricciosa sorte favorì, come suol spesso avvenire, i meno allarmati e gli altri si diedero in braccio alla disperazione. Vi era però ancora una speranza; quella cioè di poter essere giudicati inabili dalla visita medica. E qui, i più dei coscritti si desideravano il malanno. Taluni si ridussero a non mangiare che del lardo e dei citriuoli in aceto, per farsi credere attaccati ai polmoni.... ed altri, gaglioffi, sì martoriarono il corpo, strofinandosi rospi, ed applicandosi empiastri. E almeno non si fosse passato il colmo della misura; ma allora, affine di venir esentati dal servizio militare, si giunse a tali eccessi da far persino raccapriccio. Certi sciagurati si gettarono alla macchia meglio che fare il soldato; altri si levarono i denti incisivi, indispensabili per rompere le cartucce; altri ancora più feroci si accecarono d'un occhio.... o si mezzarono un dito; per modo che ne derivò la parola poltrone, che nella sua vera origine altro non vuol dire, coscritto dal pollice tronco.

costumi, flora e fauna, lingua, religiosità

p. 72
Fra i molti fatti avvenuti allora di simil genere, ricordo questo, atatomi raccontato da un reduce di Crimea.

contatti con altri paesi

p. 73
Il nostro Daniele apparteneva ai nati del 1830, epperò veniva compreso nella lista di quell'anno.

storia

p. 74
Il contadino aveva spogliato la vite dei suoi grappoli; già gli alberi cominciavano a deporre le foglie; già il cielo coprivasi di un grigio tappeto, e l'aria sottile sottile fischiava ingratamente nelle aride siepi. Succedeva una melanconica sera. Daniele e Ritedda sedevano sul dinanzi della casuccia di Barigau, sotto il pergolato brullo dei pampini, presso un cespo di gelsomini inaridito, come la speranza dei loro cuori.

colori, flora e fauna

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