Marcello Cossu
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 65
Indi si diede la baia a degli amori sfacciati e civetterie e frascherie, e persino a delle scene intime di famiglie onorate, cui si rispondeva con urla, con fischi, con risate clamorose, da provocare l'indignazione.
p. 66
Ne avvenne finalmente che Peppa, la cugina di Daniele, promotrice instancabile di tutta questa guerra, ora più che mai rodevasi nel suo livore!
pp. 67-68
Erano le cose a questi termini, allorchè per la prima volta venne fatto appello alla nostra Sardegna, di dare anch'essa il suo contingente di figli pel militare servizio. Questo appello, per quanto fosse considerato di grande importanza dalle sagge intelligenze del paese, era giudicato dal volgo come una vera strage che il Governo si permetteva di fare dei giovani. La maggior parte delle famiglie vi rispose perciò malvolentieri; e da un capo all'altro dell'Isola, si estese un gran grido di dolore.
p. 67
Ella pensava: Era quest'ora mesta. Era la dolce Malinconica ora del tramonto. Aleggiava d'intorno, l'immenso Spazio tranquillo, un'aura calma, e cupa L'onda, lontan stendèa con traditrice Quète, il suo plumbeo manto. Lorizzonte Non tradiva una nube... Era quest'ora Placida e mesta, ed ei partiva! Oh come La tristezza del cor si fa sorella Alla triste del dì nota morente... Oh! come l'eco dei lontani canti Onde lieta saluta l'ultim'ora Del servir faticoso, il poverello che riede al desco, a te suona lamento... Invan bandisci le larvate ansie, e fuggire Vorresti la penosa eco, che a l'alma Reca il ricordo d'un amato accento Che l'iddio ti porgeva, ed era estremo Saluto...
LUIGI SERRA
pp. 68-69
E più che altrove si fecero strazianti le grida fra le selvose ville dell'Ogliastra e della Barbagia dove, un popolo quasi nomade solea passar la vta, traendo il gregge per gli ubertosi pascoli, cantando amorose egloghe, aspirando a pieni polmoni il salubre aere dei suoi monti e rifocillandosi di miele e di latte generoso. In quei paesi, non era ancor intesa abbastanza la nuova era poco prima proclamata del Re Carlo Alberto. Era un popolo debellato dalle passate guerre contro la sua indipendenza: un popolo reso domo come gli armenti che guidava, dal feroce giogo feudale;..... ma aveva cari i suoi monti, le sue mandrie, la sue capanne; e di assai malavoglia sarebbesi assuefatto distaccarsi da loro, andare in estraneo paese e vivere nel chiuso aere di un quartiere.