Marcello Cossu
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 57
Sappi che Baldirio, malgrado le sue ripugnanze per l'unione con la cugina, vi fu costretto con le terzette alla mano.
p. 58
Salì un monte, poi discesi a valle; risalì un altro monte, e ridiscesi; poi un altro più selvaggio ed alpestre...... e mi mancò la lena.
p. 59
In quell'ora splendeva il melanconico raggio della luna dietro un sottil velo di nubi, da cui non era tolto che la stella sacra a Citerea si coronasse anch'essa della propizia sua luce. Ardevano le Pleiadi di tutte le loro faville, e sopra le ruote di fuoco, inoltravasi il carro di Boote per le silenziose vie della notte.
pp. 61-62
Erano le canicole. Il sollione co' suoi raggi infuocati le irte rupi di granito, da cui proveniva un intollerabile riverbero. Si stava a disagio da per tutto, e si aspettava con ansietà il refrigerio della notte. Allora ognuno sbuccava di casa a far la siesta sul vestibolo; oppure usciva fuori paese a godere il frescolino.
p. 61
In quella sera, a detta di Giovannino, a nostra appetitosa conoscenza, si era fatta una cenetta in campagna, dove si erano mangiati i maccheroni al sugo dei pomidoro, primizie degli orti di Tortolì, innaffiati copiosamente ( non gli orti, ma i maccheroni) col classico vino d'Ogliastra.