Marcello Cossu
La bella di Osilo
Marcello Cossu
p. 23
E la Sardegna, questa terra mai sempre contrariata da nemica stella, doveva pur essa una volta abbassare il capo a sì iniquo governo.
p. 23
Le vicine campagne erano percorse da gruppi di gente azzimata a festa, che si avviava premurosa verso quel luogo.
p. 23
Taluna iva mesta e silenziosa, spingendo sul sul paffuto garzone la furtiva occhiatina, la quale per magica influenza produceva sul brunello amorosa impressione.
p. 23
Da un remoto angolo della campagna si era levata improvvisamente una nube di polvere, la quale sperdendosi tutt'intorno, avea lasciato vedere nel mezzo un vivo luccicare di spade e di morioni, e di brunite armadure.
p. 24
Era il sobborgo di Salvenero, il quale sorgeva un tempo nelle circostanze di quell'antica città cartaginese distrutta dai Vandali, che fu Plubium e che ora si chiama Ploaghe. Scendendo da questo villaggio vedonsi ancora gli avanzi del sobborgo accanto ad un'antica chiesa abaziale, ed ai ruderi di un monastero.