Marcello Cossu
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 218
Il principe gradì quanto mai l'inaspettata offerta e promise alla Comune mille favori e privilegi – e poiché approdò ai sardi lidi, ricevuto nel campo di Solci tanto dal Catoni che dai deputati di Sassari il debito giuramento di fedeltà, concesse a loro tutti quanto aveva promesso.
p. 218
Il monarca aragonese aveva inviato come supremo comandante della spedizione, il suo figlio D. Alfonso; inallorai Sassaresi o, secondo che narrano alcuni storici, vari di essi riputandosi ormai impotenti a sostenere la propria indipendenza, anziché piegare il capo agli avari Genovesi che volevano sottoporli al loro dominio, credettero miglior consiglio darsi braccio d'un Re straniero!
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L'avaro Aragonese non andò molto incominciò a restringere i suoi proferti favori e Guantino con suo immenso rammarico vide allora la cara patria di giorno in giorno precipitare nel duro giogo della tirannide straniera.... - Non v'era più tempo! - pure egli mosso dal pensiero di riparare il grave danno cagionato, troppo affidandosi alle sue forze e quelle dei suoi parenti ed amici – collegandosi coi Pala – altra potente famiglia sassarese – coi Doria, Malasopina, incitò i concittadini alla rivolta. - Fu vano ogni sforzo... le armi d'aragona prevalsero e i Capi rivoltosi furono banditi per sempre dalla patria. Sassari in quell'ultimo sussulto d'amore per la libertà, fu fatta serva d'Aragona!
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Il suo viso come che pallido e scarno, si era tinto bellamente di roseo.
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Elodia sembrava una rosa sbucciata.